“L’ambizione che va
al di là dell’esistenza
è lo scopo fondamentale
del nostro essere.”
Stamani mi è capitato di leggere un articolo su Charles Peguy giornalista e scrittore che già all'inizio del '900 andava evidenziando l"incalzare di
una crescente scristianizzazione e ne elenca le motivazioni
Ma a me le motivazioni da lui elencate non convincono
Secondo me la scristianizzazione ora molto più evidente rispetto a un secolo fa, è dovuta essenzialmente alla mancanza di relazione dell'uomo con il sentimento dell'eternità
Ovverosia, se l'uomo occidentale si è venduto l'anima prima ancora di verificarne il valore , a che ogni religione?
E come possiamo desiderare di incontrare Cristo
Come possiamo voler conoscerlo se prima non conosciamo noi stessi, le nostre esigenze più intime e incalzanti?
Se non abbiamo fatto esperienza della nostra interiorità, delle sue esigenze più intime e coinvolgenti , rimaniamo chiusi in un territorio limitato e asfittico, che ci preclude ogni moto più in là dei nostri miseri bisogni corporali
Per questo non possiamo né intendere, tantomeno sperimentare la presenza vitale di Cristo operante nella nostra vita
Esperienza essenziale per ogni Cristiano
Ma appena ci ritroviamo nel corpo- dolore , non per il fatto che siamo nel dolore, ma perché il dolore ci unisce alla nostra essenza più intima...
scopriamo che abbiamo qualcosa d'altro a cui far riferimento
che non è solo la nostra esperienza esteriore
E nell'indigenza che ci accorgiamo di aver anche un'anima
Quando il corpo e sazio non intende che altre simili sazietà
Nel momento in cui l'uomo dimentica di avere di un'anima gli sembra di essersi come liberato da essa
cioè da tutti quei lacci che secondo lui lo vincolano e gli impediscono di vivere il presente felicemente
Cosìcche l 'uomo ha creduto bene abdicare il concetto reale di anima per una forma di psiche momentanea e caduca
Finché il presente è leggero la presenza dell'anima è sostituita dalla leggerezza della vita
Ma questa leggerezza di vita non può essere duratura, essendo la realtà una realtà grave
E non potrà mai consentire una continua o continuativa leggerezza, a meno che ci si mantenga continuamente sorretti dai altri
Ma se non si trova qualcuno che per i più svariati motivi accetti il nostro carico
il presente mostra in certi frangenti anche la sua pesantezza
Allora non sai a chi rivolgerti
E sei costretto a fare i conti con la tua esistenza e con l'anima che la permea
E ne riconosci il valore e la volontà di esistere al di là di questa esistenza
conosci la sua forza la sua energia e la sua validità nel tenerti in vita
E scopri che l'anima non è un optional non è mera funzione psicologica
E allora è inevitabile il ricorso a un Dio, che voglia sorreggerla e rafforzare
È l'anima che sente l'esigenza di fare esperienza di Dio
E dopo che essa si è rapportata con Lui anche tutta la persona ne avverte il reale fondamento
E per noi e per tutti coloro che ne hanno conosciuto la meravigliosa Misericordia, quale miglior Dio del Dio, Padre di Cristo , ci potremmo augurare per dedicargli la nostra preghiera?